Decreto svuota carceri

Nucara: intervista Radio Radicale

On Nucara, come voterà sul cosiddetto “svuota carceri”, da repubblicano, da laico, da chi ha frequentato e fatto politica quando le amnistie si facevano secondo Costituzione?
Voterò il provvedimento perché lo ritengo il male minore, dire però che sia un provvedimento svuota carceri è uno spot propagandistico. Non svuota proprio niente, semmai aggiunge sei mesi a quello che già c'era. Il problema non affrontato è quello della carcerazione preventiva che è uno dei drammi di questo paese. Un paese che abbia un minimo di civiltà, non dico un paese civile, non può avere un sovraffollamento del genere nelle carceri italiane: i carcerati starebbero meglio nei lager. La Costituzione viene violata. La Costituzione mira al recupero dei detenuti, su questo anche il capo dello Stato dovrebbe intervenire perché lui è il capo della magistratura. La carcerazione preventiva va vietata se non in casi eccezionali o in flagranza di reato invece è normalità mettere la gente in galera.

Proprio a questo proposito il capo dello Stato in un convegno organizzato dai Radicali alla fine di luglio disse parole gravissime - consapevole evidentemente di dirle - sulla situazione intollerabile; e pochi giorni fa Schifani visitando Regina Coeli ha detto che la situazione è a un punto di non ritorno, e che la politica dovrebbe fare un passo indietro. Però si ha paura a pronunciare la parola amnistia perché forse la politica non ha il coraggio di fare quello che serve.
La politica dovrebbe avere il coraggio nell'affrontare questo come altri problemi se ha avuto il coraggio di fare una riforma drastica delle pensioni. Perché l'errore nasce alla radice, quando quelli che oggi sono il Pd e all'epoca erano Ds o Pci - e Bassanini docet. Ha fatto più danni Bassanini a questo paese che la neve di questi giorni. Con le riforme che ha fatto in quel periodo, si disse che per fare l'amnistia ci volevano i due terzi del Parlamento, come se si dovesse eleggere il presidente della Repubblica, che comunque, dopo tre votazioni, è eletto a maggioranza assoluta, non più con i due terzi. Ognuno pensa al proprio elettorato e non al bene del Paese e a renderlo più civile. Il capo dello Stato, il presidente del Senato devono essere conseguenti. Dicono delle parole che pesano e che condividiamo totalmente. Il capo della magistratura convochi un consiglio superiore della magistratura ad hoc e dia l'indirizzo ai magistrati su come si devono comportare. Sulla carcerazione preventiva sono tre i motivi per cui si arresta una persona. Spesso questi motivi sono strumentali. Basta vedere come vengono “ciclostilati” i provvedimenti: non c'è una analisi sul perché una persona deve essere carcerata preventivamente. Il pericolo di fuga per un parlamentare, ad esempio, dove sta? Dove sta la reiterazione del reato? Se un indagato reitera il reato va arrestato, ma perché scemo. Perché si deve chiedere l'arresto di un deputato o di chiunque? Se facessimo una analisi delle richieste di carcerazione preventiva, vedremmo che, sia che riguardi un omicida o una persona che ha fatto un furto, o una persona che ha firmato un assegno a vuoto, abbiamo sempre le stesse motivazioni. Esiste pericolo di fuga per una persona che sta all'estero e ritorna per farsi arrestare? No, ma lo mettono in galera perché il magistrato dice che c'è pericolo di fuga anche se stava all'estero ed è tornato per costituirsi. Mi riferisco a situazioni avvenute. C'è un problema della visibilità dei magistrati. Vogliono farsi vedere. Mi sento offeso nella mia coscienza quando vedo conferenze stampa con procuratori che ridono per avere arrestato delle persone. Ma il 60% delle persone viene assolto per il non luogo a procedere o per assoluzione tra primo e secondo grado. Nel 60% dei casi la magistratura si è sbagliata. Poi vorrei capire una cosa: perché un giudice ti condanna e l'altro ti assolve? Ma l'interpretazione della legge non dovrebbe essere univoca?

A tal proposito si sta ripensando anche la norma approvata alla Camera sulla responsabilità civile dei magistrati. Lei ricorderà il referendum fatto dai radicali nell'88, però si pensa ad un passo indietro dopo l'incontro fra l'Anm e Monti…
Un passo avanti e due indietro! C'è un problema sui magistrati, che devono rispondere del loro operato. Come si dice nella vulgata generale, meglio un colpevole fuori che un innocente dentro. In dubio, pro reo, quindi prima di condannare una persona si deve essere sicuri. Io sarei anche d'accordo a limitare il ricorso in Cassazione, cioè solo due gradi di giudizio, però ci vogliono le prove per condannare e non il libero convincimento dei giudici: il nodo sta sul libero convincimento dei giudici. E se il libero convincimento è sbagliato, come può essere il mio nella vita normale? Il giudice non dovrebbe avere nessun libero convincimento ma le prove per condannare. Invece sul libero convincimento si condanna senza le prove e il dubio pro reo diventa “dubbio pro condanna”. Questo è il problema: quindi la responsabilità civile dei giudici ci vuole, deve esserci. Come? Il presidente Monti potrebbe dire: non chiediamo i soldi ai magistrati, ma gli blocchiamo la carriera. Quindi quel pm che ha arrestato delle persone, che poi non sono state condannate perché il gip o il gup sostiene il non luogo a procedere, ebbene quel pm va fermato e lo si manda a fare il pretore a Canicattì. Questo è un modo per dire “responsabilità civile”, se proprio non vogliamo chiedere i soldi. Perché un chirurgo deve pagare, un ingegnere deve pagare, un funzionario pubblico deve pagare e un magistrato no? Quante volte io ho visto magistrati che dormivano mentre i difensori parlavano. Avevano già deciso? Quando su 27 imputati in un processo di Tangentopoli ci sono 27 assolti, qualcosa che non ha funzionato ci deve pure essere.

Roma, 9 febbraio 2012